Tutta questa febbrile eccitazione, le grida, i sacchi che vengono lanciati, le casse scoperchiate, tutto quel rotolare, gli fanno girare la testa. Deve sedersi su una cassa, perché comincia a barcollare. Quel topo che si affretta sul selciato, quel mercante che si pulisce le mani… Ha l’impressione di averli già visti. In cuor suo sa che quel gabbiano afferrerà quel pezzo di buccia. Questa vita somiglia a una vita già vissuta, una vita che ha sognato, una vita, la sua, un’altra vita. Lo assale un’emozione talmente intensa che è costretto a chiudere gli occhi. Quel gabbiano, quelel casse… lo stridio dei gabbiani… Là, al ritmo della perpetua risacca dell’Atlantico, nell’andirivieni continuo dei mercanti lungo il molo, passano vent’anni.
[Maxime Rovere, Tutte le vite di Spinoza (Le clan Spinoza), 2017,
trad. Alessandro Ciappa, Feltrinelli Editore 2020, p. 18]