una sequenza che batte Beckett di parecchie lunghezze

Legato su una barella, Penkovskij viene portato dentro il crematorio municipale di Mosca. Un inserviente apre lo sportello del forno e altri due cominciano a spingere la barella e il suo contenuto nella fornace ardente; le fiamme stanno già lambendo le suole dell’uomo che urla. A questo punto dall’altoparlante una voce interrompe la procedura, perché un altro corpo è in programma per questa frazione di tempo. Penkovskij, sempre urlante ma incapace di scalciare, viene tirato indietro; arriva un altro corpo che, dopo una breve cerimonio, è spinto nel forno. Di nuovo si sente la voce dall’altoparlante: è il turno di Penkovskij, e lo fanno entrare. Una sequenza breve ma efficace. Una sequenza che batte Beckett di parecchie lunghezze, giova al morale e non si può dimenticare.


[Iosif Brodskij, Un cimelio,
trad. Arturo Cattaneo, Profilo di Clio, Adelphi 2003, p. 165]