una protesta per l’inesistenza di Dio

Per resistere senza una speranza nell’adlilà, e nel Paradiso, bisogna poter sperare nel paradiso in terra. (Non sto parlando di pochi intellettuali stoico-epicurei, sto parlando della gente comune.) Dare l’illusione del paradiso in terra è l’obiettivo finale del consumismo; o, se si vuole, il consumismo è una protesta per l’inesistenza di Dio. Comprando si è onnipotenti, soprattutto se compri qualcosa che ti serve a poco; i centri commerciali sono isole dei beati dove (grazie all’aria condizionata) è sempre primavera, dove ogni tuo desiderio è un ordine, dove le distanze si annullano perché i prodotti di tutto il mondo si offrono fianco a fianco, a tua completa disposizione.


[Walter Siti, Troppi paradisi]