«Ogni tanto, alzavo lo sguardo alle stelle dopo un turno di notee e mi sembrava di vedere un luccicante deserto, e io una povera bimba abbandonata tra le sabbie… Pensavo che la vita fosse davvero una casualità tra tutte le casualità del cosmo. L’universo era un palazzo vuoto e l’umanità una formica solitaria che vi dimorava. Pensieri di questo genere hanno instillato in me una mentalità conflittuale nella seconda parte della mia esistenza. A volte pensavo che la vita fosse preziosa, altre volte che fosse insignificante e che nulla avesse valore. Comunque, ho vissuto giorno per giorno in compagnia di questa strana sensazione, e prima che me ne accorgessi, sono diventata vecchia…»
[Cixin Liu, Il problema dei tre corpi,
trad. Benedetta Tavani, Mondadori 2017, p. 161]