C’erano due mestieri che mi parevano propizi all’attività di scrittore: curato e ufficiale. Vedevo i curati passeggiare nel lorog iardino con il breviario in mano e mi dicevo, guarda, avrebbe il tempo di scrivere un romanzo, e vedevo gli ufficiali passare alle undici del mattino diretti in caserma, che era a 100 metri da casa mia, e che non facevano granché in tutta la giornata. E poi crescendo, ho perduto il mio candore e mi sono accorto che fare lo scrittore era un mestiere vero e proprio; come fare il sacerdote.
[George Simenon, Mon cher Simenon, p. 9,
da Black #5, Coconino 2003]