Turismo espanso

Questo libricino (L’arte espansa, Le Vele Einaudi 108) in meno di cento pagine riassume, riordina e chiarisce tutti i pensieri e dubbi che mi erano sorti in anni sempre più confusi da visitatore/ammiratore dell’arte (moderna e non). Il cortocircuito evidenziato(mi) da Broodthaers solo quest’anno (ma suggerito(mi) da Duchamp fin dalla mia fanciullezza) è tanto affascinante quanto desolante, e viene riassunto, nella sua devastante totalità in queste poche pagine da Mario Perniola. Che io non conoscevo, ma che ora ammiro se non altro per la chiarezza espositiva, se non per dare voce e ordine alle domande che mi giravano per la testa.

Però insomma, io voglio copiare un breve passaggio sul turismo contemporaneo, da un libro che col turismo non ha niente a che fare:

Il boom turistico ha condotto a una fruizione estremamente superficiale e frivola delle opere, divenute tutte indiscriminatamente oggetto di un’attenzione insipiente e insulsa. Così la visita a un museo o un qualsiasi luogo dotato di speciali caratteristiche non è più il risultato di una scelta individuale motivata da un interesse, da un desiderio, oa nche da una curiosità, ma da un compito da eseguirsi passivamente perché compreso nel pacchetto turistico del consumatore. Le proposte delle agenzie di viaggio si sono talmente ampliate da comprendere anche le località più degradate come le favelasm le bidonvilles, gli slums. Queste sono Outsider Environments, percepiti pressapoco allo stesso modo dei paesaggi tutelati da vincoli ambientali e archeologici. L’essenziale è fotografare e farsi fotografare. E qui raggiungiamo il «grado zero» dell’esperienza estetica.

mario-perniola-larte-espansa-einaudi[Mario Perniola, L’arte espansa, 2015,
Giulio Einaudi editore 2015, p.84]