Avendo assodato che anche i più grandi scrittori/lettori prendevano appunti per ricordarsi dei libri letti, sono giunto alla conclusioni di poter fare altrettanto anch’io. Scrivere recensioni o presunte tali è sempre stato un equivoco suggerito da social network, blog e quant’altro, visto che si possono scrivere semplici commenti, non necessariamente critici né indirizzati ad altri che allo scrittore stesso (come un po’ tutta la letteratura, mi viene da dire). Rimane il dubbio di come commentare libri già sviscerati ovunque da chiunque, cosa aggiungere al mare magnum di parole accumulate, già più voluminose dei libri stessi che si prefiggono di valutare? La valutazione d’altronde è un’altra stortura/stonatura alla quale non mi voglio prestare. Ripenso spesso alla questione durante i miei tragitti in metro da lavoratore pendolare (attraversare Berlino richiede circa 30-40′ a tratta, cinque giorni la settimana). Questi stessi tragitti si stanno rivelando tra l’altro propedeutici a un ritmo di letture più elevato del solito, andando a scandirlo con insolita regolarità. Divorando una quantità di pagine superiore alla (mia attuale) norma, macino anche le letture più disparate, spesso parallelizzando anche forme e formati diversi.
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