per ora è sufficiente notare come bestie, idioti, pazzi, bambini (e dèi), vale a dire gli esclusi dal luogo comune, non siano propriamente dotati, secondo Sartre, di parola. In quanto “mal avvitati”, non parlano, piuttosto gesticolano parole. Recitano la comunicazione come accade alle cosiddette macchine intelligenti, anche a quelle più sofisticate, le quali sembrano comunicare, e cioè domandare e rispondere, ma che in realtà sono irrimediabilmente stupide.
Rocco Ronchi
Vampiri, zombie e Rocco Ronchi
Due sere fa, sempre nel mio locale preferito di Forlì, il grande Rocco Ronchi ha parlato di zombie. Seriamente. E grazie a lui ho capito perché fra i due, e in generale fra le varie “creature della soglia” [[1. su questo argomento bisognerebbe approfondire, anche se non saprei né come né quando.]], sono sempre stato più attratto dai vampiri [[2. nonostante poi le recenti mode siano arrivate a farmi odiare entrambe le categorie]].
Non è tanto per la loro letterarietà (contro la propensione per il cinema degli zombie) o perché sono un romantico aristocratico, quanto per la loro solitudine e unicità (contro l’essenza puramente oncologica degli zombie). Ci dovrei ragionare su.
Nel frattempo, attendo che passino di moda.