Raggiungo la scuola di musica in bus, ascoltando Béla Bartók. Fa freddo, ma ho le mani coperte.
Appena mi tolgo cappotto e cappello, vengo convocato dal mio maestro. Mi fa tutto un discorso vago sul tenere il ritmo, i prossimi esami e gli esercizi che sto preparando, poi mi dice “vedi un po’ tu cosa puoi fare”.
Capisco solo dopo una certa insistenza che si aspetterebbe da me che comprassi un metronomo, come se non ne avessero qui alla scuola.
Nel pomeriggio, dopo essere tornato a casa per pranzo, prendo il metronomo di mio padre, quello che ho sempre usato per fare esercizi. Lo metto nella borsa per la lezione e il giorno seguente lo presento al maestro. Lui mi ringrazie e si compiace per l’ottimo modello: “di un’altra epoca!”.