La cosa più curiosa di questo weekend mi è successa mentre tornavo dal centro, in un primo maggio stranamente caldo e assolato (almeno per le latitudini a cui vivo al momento), un primo maggio (cascato di domenica, tra l’altro) passato in pieno stile münsterano: in riva al lago, circondato da centinaia di studenti, grill, birre, bong, biciclette, omini pfand, teli e altoparlanti (casse sarebbe stato un po’ troppo generico, avrebbero potuto benissimo essere casse di birra, e in effetti c’erano anche loro), mentre noi ci siamo limitati a un paio di pizze da asporto di Va Piano e qualche birra al Kiosk più vicino, ma soprattutto abbiamo lasciato pulito, cosa che non si può dire dei civilissimi studenti tedeschi, ma ancora di più siamo tornati a casa sulle nostre gambe, altra cosa che non si può proprio dire di quei ragazzi che abbiamo iniziato a vedere accasciati ai piedi dei lampioni dalle due di pomeriggio in poi, mentre iniziavano a sentirsi le sirene della polizia e delle ambulanze, e noi invece a farci i nostri bei cinque chilometri per tornare a casa, una passeggiata piacevole dopo una giornata simile, condita anche da un giro in pedalò sull’Aasee, attività rimandata da sempre e che siamo riusciti a fare solo grazie alla presenza estemporanea del fratello della mia ragazza (uso il plurale appunto perché la compagnia era composta da: me, la mia ragazza, il fratello della mia ragazza in visita per il weekend), e insomma proprio mentre tornavamo da questa scampagnata in centro, quando eravamo quasi giunti a casa, all’altezza del lavoro della mia ragazza (una grande, enorme?, clinica dermatologica) da una parte e di diverse case popolari dall’altra, vengo rincorso da una bambina dai tratti mediorientali (di più non posso dire sulle origini della suddetta ragazzina senza cadere in affermazioni eventualmente tacciabili di inesattezza e/o razzismo), che ha interrotto il gioco coi suoi coetanei per corrermi dietro al grido di “Tim!”, ed è solo quando mi ha raggiunto che mi accorgo che quel grido era rivolto a me, perché finalmente mi guarda in faccia e un po’ titubante mi chiede:
“Bist du Tim?”
Münster
Un altro proverbio
In settimana ho imparato un altro proverbio su Münster.
Entweder es regnet oder die Glocken läuten. Wenn beides, dann ist Sonntag.
Tradotto è più o meno così: O piove o suonano le campane (della chiesa). Quando succedono entrambe le cose è domenica.
Demos in Münster
Il primo giorno di primavera (o il secondo?) a Münster si è presentato con l’abito di una guerriglia urbana.
In realtà non è successo niente, ma non ho mai visto così tanti poliziotti (tedeschi, che fanno più paura) in una volta sola.
Continue Reading →
Berlinale 65, il reportage: epilogo
È lunedì, o più precisamente Rosenmontag, l’ultimo giorno di Karnival.
A Berlino non si festeggia più da qualche anno, e posso anche immaginare perché. Non ne siamo troppo dispiaciuti. Salutiamo la padrona di casa, la corriera riparte da Berlino dopo pranzo.
Continue Reading →
Riassunto del weekend con morale
- pranzo inaugurale (triste ma gratuito) della nuova sede di una multinazionale enorme, con tanto di tour guidato da parte dei titolarissimi
- giro per Flohmarkt che mi ha fatto spendere una ventina di euro in: vinili, fumetti in inglese, cose per la casa futura, un super 8 (!)…e c’è mancato poco che non ne spendessi altri 10 in giochi da tavolo
DOMENICA
- pranzo economico e abbondante (e abbondantemente condito) alla festa turca dietro la stazione
- scoperta di nuovi quartieri e parchi dove prendere il sole (!!)
- scoperta di un gelataio italiano e buono (!!!)
- errore madornale nel bus di ritorno e camminata di 6km al tramonto inoltrato, con tanto di scorciatoia per i boschi di notte e arrivo a casa sulle 22.30
Morale: il tempo è soggettivo e certi giorni sembrano più lunghi di altri
ma anche: meglio godersi questo weekend che il prossimo sarà dedicato al trasloco (!!!!)
Münster
Münster ha un fascino particolare, vicoli stretti, case scure, la piazza del Mercato ai cui margini si innalza San Lamberto: l’architettura e la disposizione degli edifici, tutto sembra casuale, caotico, e invece col passare dei giorni ti accorgi che esiste un ordine, celato nel dedalo di vie.