Nel mio passato di lettore onnivoro e ondivago, mi sono capitati pochi russi per le mani: qualche racconto di Tolstoj, Bulgakov negli ultimi anni e nient’altro, che io ricordi. Non so esattamente perché quest’anno mi sia deciso a colmare (in piccola parte) questa mia lacuna. Uno dei motivi è la solita metro per andare e tornare da lavoro, un altro potrebbe essere Paolo Nori. O magari, compiuti trent’anni, ho deciso di smettere di rimandare le cose. Sarebbe bello.
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