Io, col naso pieno di muco e la gola infiammata e spalancata nel giorno più caldo, l’unico, dell’estate tedesca, mi addormento stravaccato sulla sedia di vimini del terrazzo, con le braccia a stringere il libro di Bernhard in grembo.
Il soccombente sono io.
Odio essere (anche solo minimamente) malato.
malattia
Wallraff e Jobbörse
Leggere le inchieste di Günter Wallraff la stessa settimana in cui mi sono iscritto a Jobbörse (più relativo, inutilissimo, colloquio all’Agentur für Arbeit) non dà molta fiducia nel futuro prossimo.
La soluzione è sempre la stessa: non pensarci.
(o anche ammalarsi nel fine settimana, in modo da avere altre cose da maledire)