Siamo i rivelatori dell’essere, questo lo sappiamo, ma sappiamo anche che non ne siamo i produttori. Questo paesaggio, se gli voltiamo le spalle, marcirà senza testimoni nella sua permanenza oscura. Se non altro marcirà: nessuno è così pazzo da credere che sarà annientato. Noi saremo annientati, ma la terra rimarrà nel suo letargo finché un’altra coscienza non verrà a risvegliarla. Così, alla nostra certezza intima di essere «rivelanti» si aggiunge quella d’essere inessenziali nei confronti della cosa svelata.
Uno dei principali motivi della creazione artistica è certamente il bisogno di sentirci essenziali nei confronti del mondo.
Jean-Paul Sartre
Il segreto di Dei e re
EGISTO
Non ho segreti.GIOVE
Sì. Lo stesso del mio. Il doloroso segreto degli Dei e dei re: è che gli uomini sono liberi. Sono liberi, Egisto. Tu lo sai, e loro non lo sanno.EGISTO
Perbacco, se lo sapessero, darebbero fuoco ai quattro canti del mio palazzo. Sono quindici anni ch’io recito la commedia per nascondere a essi il loro potere.GIOVE
Vedi bene che siamo pari.
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Tradimento
Passare direttamente da Guerra e pace alla Nausea sa molto di tradimento.
Uno storico, e per giunta francese! (c’è da dire che per Tolstoj sarebbe stata molto più problematica la prima categoria della seconda)
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Analysis Paralysis
Ogni volta che progetto, avverto la tragicità della condizione in cui sono, senza poterne uscire: ma tuttavia progetto proprio perché a questa tragicità oppongo la possibilità di una positività, che è il mutamento di ciò che è, che io attuo nel protendermi verso il futuro. Progetto, libertà e condizione si articolano dunque mentre io avverto questa connessione di strutture del mio agire secondo una dimensione di responsabilità. Questo Husserl avverte quando dice che in questo essere “diretto” dell’io verso scopi possibili si stabilice come una “teleologia ideale” e che “il futuro come ‘avere’ possibile rispetto alla futurità originaria in cui già sempre sono è la prefigurazione universale dello scopo della vita”.
In altri termini dunque l’essere io situato in una dimensione temporale fa sì che avverta la gravità e la difficoltà delle me decisioni, ma che avverta in pari tempo il fatto che devo decidere, che sono io a dover decidere e che questo mio decidere si collega a una serie indefinita di dover-decidere che coinvolge tutti gli altri uomini.