L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne.
Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio.
Italo Calvino
Bersabea
So io perché.
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Difatti
KUBLAI: – Abbiamo dimostrato che se noi non ci fossimo, non ci saremmo.
POLO: – Eccoci qui, difatti.
Prefazioni, interviste, PiL, ingiustizie varie
Sto giungendo alla conclusione che esistono prefazioni utili, o quantomeno accettabili, contrariamente a quanto credevo. Fondamentalmente potrei arrivare a stabilire che sono quelle concepite dallo stesso autore, come facenti parte dell’opera (vedi Saramago) o come presentazioni della stessa (vedi Le città invisibili di Calvino, appena iniziate).
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