Già si vedevano in maniche di camicia, potare i rosai ai bordi di un’aiola, e vangare, sarchiare, maneggiare la terra, svasare i tulipani. Si sarebbero svegliati al canto dell’allodola, per seguire gli aratri, con un cesto sarebbero andati a raccogliere le mele, avrebbero imparato a fare il burro, a battere il grano, a tosare le pecore, a badare agli alveari, e si sarebbero beati al muggito delle vacche e all’odore del gieno tagliato. Basta contabilità! basta capiufficio! niente più affitto da pagare ogni trimestre! Avrebbero posseduto una dimora tutta per sé! e avrebbero mangiato le galline del loro cortile, le verdure del loro orto, e avrebbero cenato tenendo gli zoccoli! «Faremo tutto quello che ci piace! ci lasceremo crescere la barba!»
[Gustave Flaubert, Bouvard e Pécuchet (Bouvard et Pécuchet), 1881,
trad. Giuseppe Pallavicini Caffarelli, Arnoldo Mondadori Editore 1992, pp.45-46]
Bouvard e Pécuchet erano due hipster.
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