Davanti a me vedo strade deserte. Vedo un mercato morente. Vedo i giovani mastini in cerca di preda. E io sto alla macchina da scrivere. Sono vecchio, ma ancora in salute. Ho i pensieri pi# chiari che mai. Sono all’apice della potenza creativa. Ho il pieno controllo del mio testo. Scrivo narrativa catastrofica e non scrivo per il mercato, per piazzare una sveltina o per professionalità o per vedere il mio nome su una copertina. Scrivo per i sopravvissuti, in modo che sappiano a cosa sono sopravvissuti. Scrivo, per così dire, per i posteri, in modo che possano rendersi conto di cosa è andato storto e resistano all’imperativo storico di giudicarci con troppa durezza. Davanti a me vedo passati di pomodoro e cracker salati.
Great Jones Street
Sono tutti alla ricerca
Sono tutti alla ricerca, sai. Stanno tutti cercando di arrivare alla fine del viaggio. Ma cercano nel modo sbagliato. Cercano la privacy sbagliata, quella antica, quella che non si ritroverà mai più. Senti questa notizia: c’è un vecchio di settant’anni che vuole salpare da Capo Hatteras in direzione dell’Inghilterra su una barca a remi di tre metri. A quanto pare, vuole praticare lo yoga in mare aperto. E senti quest’altra: casalinga di Bloomington vuole arrivare dal Minnesota all’Australia. Evidentemente ha dei parenti in Australia. È quello il motivo ufficiale del viaggio. Ma sappiamo tutti e due qual è il motivo vero. Una comitiva di metodisti di Pittsburgh parte il mese prossimo alla volta del Deserto del Sinai con l’intenzione di pregare e digiunare per quaranta giorni e quaranta notti. Dicono che il loro vescovo ha insistito perché portassero con sé altre razioni di cibo a parte l’acqua, ma finora la comitiva ha rifiutato. Donna di sessantadue anni vuole fare il giro del mondo su un monoelica. E poi qui un norvegese che si è chiuso per ducentodue ore in una teca di vetro sul terrazzo di casa, superando il primato mondiale di trenta e rotte ore. Sappiamo benissimo tutti e due che di battere il primato non gliene importava niente. Un uomo in Missouri ha vissuto centosessantuno giorni in una caverna. Nel Missouri c’è grande abbondanza di caverne. Mangiava pietanze in scatola, beveva acqua. Ha consumato più di novecento candele. Ha detto che per la prima volta in vita sua non si è annoiato.