Blind Dates (shemtkhveviti Paemnebi) è una commedia amara, malinconica come Sandro, personaggio che vive sullo sfondo persino nel film di cui è protagonista. Si mescolano e sovrappongono voci, problemi storici e sociali della Georgia (rifugiati, crisi economica), personaggi più o meno macchiettistici e divertenti, ma Sandro rimane imperturbabile, incapace di interagire con una realtà un po’ troppo distante e crudele per lui.
Le scenette più riuscite e divertenti (per me) sono quelle coi genitori anziani che si lamentano di un figlio incapace di reagire e che potrebbero essere tranquillamente girate da noi, mentre fra i personaggi spiccano Iva, l’amico esperto di calcio e donne che un po’ tutti hanno, e Manana, la donna che pare poter dare una svolta alla vita di Sandro, non fosse che questa non è proprio una commedia e non ha un finale risolutivo e consolatorio. I luoghi sono semplici e spogli, si potrebbe dire poveri, per quanto affascinanti nella loro fatiscenza.
Il ritmo del film in generale è tutt’altro che veloce, specie per le commedie a cui siamo abituati, ma ciò non toglie nulla alla comicità di certe scene e in generale alla riuscita del film. Intreccio e umorismo (mai eccessivo, nonostante le risate quelle sì eccessive del pubblico berlinese, manco ci fosse Ugo Dighero nel ruolo del protagonista) coinvolgono, ma non distolgono dall’empatia col protagonista, interpretato da un ottimo Andro Sakvarelidze (ok, mai sentito ovviamente, ma mi è piaciuto molto) che si distingue rispetto al resto del cast, composto da professionisti e non.
Semplice e bello, nella sua malinconia, condito da ambientazioni e scene ben costruite.
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Lo Hobbit
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Bilbo Baggins
Le classifiche del 2013 #4: altri 2 film
Quest’anno ho visto due film al cinema che non riesco a includere in (nessuna) classifica.
Il primo è Historia de la meva mort di Albert Serra, film catalano coraggiosissimo e anacronistico, non per questo privo di fascino, anzi. Ne avevo già parlato brevemente qui, per quanto mi era riuscito. Non saprei in realtà cosa aggiungere, ma mi rimaneva la voglia di citarlo. In generale sono sempre per concedere meno sconti possibili allo spettatore quindi apprezzo un’opera simile, nella sua peculiarità e difficoltà, anche perché è stata fatta da un giovane e nel 2013.
Il secondo è un film davvero fuori (da qualsiasi) classifica. Parlo ovviamente di Evangerion shin gekijôban: Kyu, meglio noto anche come Rebuild of Evangelion 3.0: You Can (Not) Redo di Hideaki Anno. Visto al cinema (il mio primo Evangelion al cinema!), ma non so proprio cosa pensarne. Mi consola il fatto di non essere l’unico. Aspetto fiducioso l’uscita di Final, previsto per il 2015 forse (la data ufficiale non è ancora uscita, chissà se stavolta la proietteranno direttamente sulla luna), nel frattempo perdo il mio tempo su DummySystem.
Le classifiche del 2013 #3: 6 film e 1 serie tv
Di film di quest’anno ne ho visti relativamente pochi, quindi classifica da 6 posti (+1), oltre alla serie tv più bella del 2013, per me che di serie tv ne guardo davvero poche (ah, non è Breaking Bad ovviamente).