Un impiegato (con la faccia di Christian De Sica) va in ufficio con la Vespa il giorno della vigilia, perché l’ha chiamato il suo capo per una cosa importantissima.
Quando l’ha detto alla moglie (bruttina, di mezz’età), questa gli ha rotto le palle per due ore perché neanche a Natale si può stare tranquilli. La moglie ha continuato a urlargli dalla finestra mentre l’impiegato prendeva la vespa.
Ora smadonna contro il capo con tipiche espressioni romane, anche se non siamo a Roma.
Arriva in ufficio ed entra tutto trafelato. Rischia di inciampare tre volte per le scale e borbotta ancora contro il capo che l’ha chiamato il giorno di Natale. Peccato che appena apre la porta dell’ufficio, dietro c’è il suddetto capo (con la faccia di Massimo Boldi). L’impiegato si genuflette fra parole come “illustrissimo” “magnifico” e simili.
Il capo fa finta di niente e lo chiama nel suo ufficio.
L’impiegato va, ma prima passa davanti alla segertaria del capo, giovane e buonissima. Le fa l’occhiolino e lei apparentemente e inspiegabilmente ricambia l’interesse.
Appena entra, il capo si mette le mani nei capelli (che non ha) e gli dice che ha un problema con la moglie, che è gelosa della segretaria e pensa che sia la sua amante. Al che l’impiegato dice “nessun problema”, la risolve lui la situazione! Basta che quando viene in ufficio la moglie oggi, gli faccia vedere che la segretaria se la fa con lui, l’impiegato (che nel frattempo ammicca e mostra la lingua più volte). Il capo fa vari gesti e facce buffe e accenna diverse parole senza finirne una, tipo “capit’… quindi tu… e poi… maremm’… ah la maiala”.
I due si intendono, ma fuori suona un clacson. Pensano sia la moglie del capo, e l’impiegato si appresta a uscire con la segretaria in atteggiamenti intimi (boccucce dell’impiegato, segretaria seminuda nonostante le temperature), ma in realtà è la moglie dell’impiegato che è venuta a rompergli le palle anche lì e ora lo vede e gli urla dietro, pensando sia andato in ufficio solo per tradirlo.
L’impiegato prova a spiegarsi, ma ovviamente non ci riesce e la moglie gli tira palle di neve addosso e non lo fa parlare.
Al che l’impiegato prova a chiamare il capo, che quando esce per provare a calmare la signora riceve puntuale una palla di neve con sasso dentro in testa. Il capo ansima e grida “maronn chemmale!” prima di stendersi a terra goffamente.
La donna sgomma via, mentre l’impiegato e la segretaria si chinano sul capo. L’impiegato va dentro a prendere la cassetta del pronto soccorso, quando arriva la moglie del capo che lo vede steso con la segretaria sopra in atteggiamenti ambigui. Si ripete la scena di cui sopra, solo che l’impiegato evita la palla di neve col sasso dentro che colpisce di nuovo il capo. Primo piano sul faccione che dice “eh ma allora lo fate apposta!”.
Battute e facezie varie, fino a che l’impiegato non si accorge che gli hanno rubato la vespa.
Ma in realtà è stato il figlio a prenderla per andare a prendere la bonazza di turno, con la quale avrà una veloce e improbabile storia adolescenziale, mentre suo padre e il capo continuano le gag con telefonate alle consorti e la segretaria che inspiegabilmente si fa la doccia in ufficio.
Alla fine si risolve tutto senza troppe spiegazioni e il capo riaccompagna a casa l’impiegato su di un macchinone ascoltando Scatman John, e finisce con il cenone della vigilia e le due famiglie riunite (senza la segretaria).