Breve carrellata dei film visti quest’anno a una Berlinale un po’ così:
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cinema
Ewige Jugend
Io non so se ieri sera ho visto Youth (Ewige Jugend in Germania) di Sorrentino o Natale in Svizzera di Neri Parenti.
A guardare lo schermo, dove c’erano Caine e Keitel vecchi vecchi vecchissimi, propenderei più per il primo. A sentire le risate incontenibili della platea invece, propenderei per il secondo.
Nel dubbio, la figa di turno c’era, anche se stranamente faceva una parte intelligente (e qui il pubblico c’è rimasto un po’ male, secondo me).
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Berlinale 65, il reportage: quinto giorno
Ultimo giorno di proiezioni, nessun biglietto in tasca, i premi li hanno dati ieri, c’è tempo solo per recuperi tardivi e casuali. Oggi danno un sacco di film in concorso, quindi bisogna approfittarne (anche Herzog, ma è la mattina alle 10:00 e noi siamo in vacanza).
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Berlinale 65, il reportage: quarto giorno
Giunto al quarto giorno, non ho più molta voglia di girare al freddo per Berlino, inoltre sono finalmente accompagnato. I film per oggi sono prenotati, la cena stasera finalmente si farà (e da Kokolo!). Non ci resta che andare in Kudamm per provare l’ennesimo cinema, oltre che l’ennesimo film.
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Berlinale 65, il reportage: terzo giorno
Il terzo giorno parte con l’Akademie der Künst, che casualmente è di fronte alla mia stazione dell’S-Bahn. E quindi esposizione (gratuita) di video-arte. Cose più o meno interessanti, ma di sicuro indescrivibili.
Scelgo poi il giorno più freddo per fare una bella passeggiata dall’Akademie a Potsdamer Platz, passando per il Tiergarten e tutti i principali luoghi turistici: Schloss Bellevue, Haus der Kulturen der Welt, Reichstagsgebäude, Brandeburger Tor, Holocaust-Mahnmal e infine Potsdamer. Non mi sono fermato da nessuna parte, era solo per elencare un po’ di cose fighe che ho visto passeggiando sotto zero.
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Berlinale 65, il reportage: secondo giorno
Berlino è molto fredda, ma se non altro le giornate sono molto belle.
Ne approfitto per fare qualche giro e poi andare a Kudamm in cerca di qualche biglietto all’Haus der Berliner Festspiele. In particolare, stasera ci saranno due film in concorso: Als wir träumten, atteso film del tedesco Andreas Dresen, e Gone with the bullets, film cinese diretto e recitato dalla star (in Cina) Wen Jiang. Al primo tentativo, mi procuro il biglietto del secondo film, mentre per Als wir träumten dovrò tornare più tardi.
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Berlinale 65, il reportage: primo giorno
Il viaggio per Berlino parte benissimo, con un ragazzo tedesco di due metri che mi sviene addosso in bus. E continua con i passeggeri che mi guardano come maschere di pietra mentre io mi chino su questo poveraccio steso sul pavimento del bus (mea culpa, non l’ho preso al volo) per controllare che sia ancora vivo. Per la cronaca, l’unico ad aiutarmi a rimetterlo in piedi è stato un altro immigrato. Non c’entra niente col festival, ma dovevo dirlo.
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Der Hobbit
Ci sono film che mi posso permettere di vedere in tedesco, per cui è più importante il grande schermo che la totale comprensione dei dialoghi. O perché assenti (vedi All is lost) o perché ininfluenti (vedi Der Hobbit). Però non posso dire che sia univocamente un pregio per il film.
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Le non-classifiche del 2014 #2: qualche film
I film di questa non-classifica sono tutti (o quasi) visti proiettati nel 2014.
Questo non vuol dire che siano strettamente del 2014, ma insomma, ecco.
Che poi molte volte l’anno di uscita sia il 2013 è dovuto ai ritardi di distribuzione, non è colpa mia.
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Blind
Oggi, mentre si vengono a sapere i premi di Berlino 2014 e scopro di avere avuto l’occasione (ma non averla colta) di vedere diversi film premiati (come Aimer, Boire et Chanter o Tui Na (Blind Massage)), ripenso a Blind, il film della sezione Panorama che mi ha colpito di più fra i pochi(ssimi) visti. Non ha vinto niente all’interno della sezione, ma la cosa non mi preoccupa molto.
Quando penso a questo film, penso inevitabilmente che la trama si potrebbe riassumere in un “donna non esce di casa da quando è diventata cieca, ma riesce a superare infine la propria apatia e le proprie fobie grazie alla scrittura e all’immaginazione”, che mi suonerebbe vagamente simile a qualcosa che ho scritto. Ma ovviamente Blind è un bel film e non si può ridurre a queste poche parole.
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