Secondo e ultimo inventario, mi mancherai:
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casa
Stimoli
Prima di pranzo ho sfruttato il terrazzo per l’ultima volta forse (abbiamo i muratori in casa), finendo di leggere Pubblici discorsi di Paolo Nori.
Ci sono autori (dovrei dire libri, ma dico autori) che mi stimolano molto, e mentre li leggo, o subito dopo, non riesco a stare fermo con la testa, i pensieri si accumulano, le riflessioni, le idee sorgono spontanee. Questi autori (Auster, DeLillo, Bernhard e altri, anche Nori) mi danno soprattutto stimoli. Stimoli a leggere e scrivere altro. Persino sul blog, che ultimamente stava perdendo un po’ d’attrattiva.
E quindi ci scrivo.
Il soccombente
Io, col naso pieno di muco e la gola infiammata e spalancata nel giorno più caldo, l’unico, dell’estate tedesca, mi addormento stravaccato sulla sedia di vimini del terrazzo, con le braccia a stringere il libro di Bernhard in grembo.
Il soccombente sono io.
Odio essere (anche solo minimamente) malato.
Il comodino, cosa c’è dentro
Bisogna sapere che il mio comodino è un po’ particolare. Come molte cose della mia casa è stato trovato per strada, e forse non aveva neanche quel ruolo in origine. Ad ogni modo ora è il mio comodino. Traballa su un piede solo (centrale), pesa tantissimo, si apre solo dall’alto, è bordeaux ed è stato rinominato Il Buco Nero.
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Il comodino, cosa c’è sopra
Una lampada rivestita di fumetti Disney (paperi di Perina, forse), una foto, un buono per i cinema di Münster, un paio di calzini, la mappa della S+U-Bahn di Berlino, una sim italiana, una radiosveglia rumorosissima, dei fazzoletti, Poesie di Beckett (Newton Compton Editori, 1978), “Percival Everett di Virgil Russell” di Percival Everett (il titolo fra virgolette in questo caso è d’obbligo, Nutrimenti, 2014), Internazionale #1086, fogli sparsi di appunti, il portaocchiali (senza occhiali, se no non vedevo nulla di tutto ciò), i biglietti per Als wir träumten, Eisenstein in Guanajuto, Pod electricheskimi oblakami, Yi bu zhi yao all’ultima Berlinale, una chiavetta USB e un po’ di polvere.
Ma la cosa più interessante è cosa c’è dentro.
Fumetti e cose trovate per strada
Anziché un romanzo, sto dedicando il weekend ai fumetti. A volte lo faccio.
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La stanza del malato
Si accede alla stanza tramite una porta anonima che forse una volta era stata bianca.
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