appunti di viaggio

Il continuo ritorno

Non sono più emozionato come le prime volte che tornavo a camminare nella mia piccola città, ho iniziato ad accettare (e dare per scontata) la mia doppia (molteplice) cittadinanza.

Però continuo a vedere ancora (sempre di più) questi luoghi e queste persone con occhi estranei/stranieri. I vecchi in bici, col basco, con la pipa, che gesticolano borbottano esclamano, le donne al mercato, chine, basse, rumorose, i giovani dai lineamenti, barbe, capelli, visi, vestiti scuri, giacche sciarpe sciarpine scarpe ritagliate sulle persone, gli sguardi fin troppo espressivi e curiosi, le parole, così tante lasciate nell’aria, fra le persone, sovrapposte incerte abbozzate esclamate complici compunte cantate. I silenzi come segni di interpunzione, non come spazi infiniti.

Diario

Ogni tanto penso che sarebbe bello tenere un diario.
Ma che diario mi chiedo, un diario delle cose, dei fatti, per non scordarsi, o un diario dei pensieri, delle parole, per non perderli. Un diario delle cose viste o di quelle immaginate. Un diario di viaggio o un diario di stanza, per i giorni tutti uguali, per cercare di differenziarli.
A volte li ho anche iniziati questi diari, ma poi non ho avuto voglia di continuarli.
Fatto sta che domani vado a Malaga, e se mai scriverò un diario di viaggio non sarà su queste pagine.

Hamburg

Hamburg è la seconda città più grande della Germania, nonché la città non-capitale più popolosa dell’Unione Europea [almeno secondo wikipedia]. È anche una delle città più colpite dai bombardamenti alleati durante la seconda guerra mondiale, che assieme a quelli di Dresda e Tokyo (e ovviamente a quelli nucleari) “rappresentano il più alto livello distruttivo mai sperimentato dalle armi” [sempre via wiki].
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Berlinale 65, il reportage: epilogo

È lunedì, o più precisamente Rosenmontag, l’ultimo giorno di Karnival.
A Berlino non si festeggia più da qualche anno, e posso anche immaginare perché. Non ne siamo troppo dispiaciuti. Salutiamo la padrona di casa, la corriera riparte da Berlino dopo pranzo.
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Berlinale 65, il reportage: quinto giorno

Ultimo giorno di proiezioni, nessun biglietto in tasca, i premi li hanno dati ieri, c’è tempo solo per recuperi tardivi e casuali. Oggi danno un sacco di film in concorso, quindi bisogna approfittarne (anche Herzog, ma è la mattina alle 10:00 e noi siamo in vacanza).
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Berlinale 65, il reportage: quarto giorno

Giunto al quarto giorno, non ho più molta voglia di girare al freddo per Berlino, inoltre sono finalmente accompagnato. I film per oggi sono prenotati, la cena stasera finalmente si farà (e da Kokolo!). Non ci resta che andare in Kudamm per provare l’ennesimo cinema, oltre che l’ennesimo film.
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Berlinale 65, il reportage: terzo giorno

Il terzo giorno parte con l’Akademie der Künst, che casualmente è di fronte alla mia stazione dell’S-Bahn. E quindi esposizione (gratuita) di video-arte. Cose più o meno interessanti, ma di sicuro indescrivibili.
Scelgo poi il giorno più freddo per fare una bella passeggiata dall’Akademie a Potsdamer Platz, passando per il Tiergarten e tutti i principali luoghi turistici: Schloss Bellevue, Haus der Kulturen der Welt, Reichstagsgebäude, Brandeburger Tor, Holocaust-Mahnmal e infine Potsdamer. Non mi sono fermato da nessuna parte, era solo per elencare un po’ di cose fighe che ho visto passeggiando sotto zero.
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