Renato anticipa di circa 400 anni lo stato delle attuali(?) intelligenze artificiali, inevitabilmente specific purpose (contro l’ipotetica e fantascientifica general purpose ai):
Il secondo mezzo [per distinguere le macchine replicanti dagli uomini] è che queste macchine, anche se facessero altrettanto bene o forse meglio di chiunque di noi in molte cose, si sbaglierebbero infallibilmente in altre, in base alle quali scopriremmo che non agiscono per conoscenza ma soltanto per la disposizione degli organi. Infatti, mentre la ragione è uno strumento universale che può servire in ogni genere di circostanza, questi organi hanno bisogno di una disposizione particolare per ogni azione particolare; ne consegue che è moralmente impossibile che in una macchina ci siano disposizione diverse sufficienti a farla agire in tutte le circostanze della vita nello stesso modo in cui ci fa agire la ragione.