Il centro della cittadina consisteva in poco più di un supermercato e un centro commerciale, un parcheggio multipiano e una stazione di servizio. Shepperton, che conoscevo solo per i suoi studi cinematografici, sembrava il più classico dei sobborghi, il paradigma dell’anonimato. Giovani madri spingevano i passeggini con i loro figli dentro e fuori la lavanderia a gettoni e il supermercato, e facevano i pieno alla stazione di servizio. Si guardavano riflesse nelle vetrine del negozio di elettrodomestici, esponendo i loro corpi flessuosi alle lavatrici e ai televisori, come se volessero avviare una relazione clandestina con essi.
[James Graham Ballard, L’allegra compagnia del sogno (The Unlimited Dream Company), 1979,
trad. Luca Briasco, Fanucci 2007, p.40]
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