severo ma giusto

Leggendo L’idiota, l’altro giorno mi è capitato sotto gli occhi severo ma giusto, espressione diventata meme ma che chiaramente nell’800 si poteva ancora usare unironically. Non solo nell’800, probabilmente fino ai 2000 le espressioni-meme non erano poi così tante (si chiamavano tormentoni e la maggior parte non sopravvivevano una stagione televisiva – e li odiavo già). Cos’è successo negli ultimi 10 anni? È indubbio che i tormentoni/meme siano sempre di più e risultino in espressioni distrutte, svuotate di significato (se vogliamo ne assumono un altro ma troppo fisso e definito, che non riguarda più le parole in sé e non assimilabile all’ambiguità di un insieme di parole qualsiasi). Tutta colpa dei social? Lo dico in maniera neutra, ma credo che alla fine siamo sempre lì: amplificando a dismisura il numero di parole scritte/lette, spesso fuori contesto, le ripetizioni delle stesse, trasformandosi in cassa di risonanza, riducendo la varianza, ecc, penso sia inevitabile che al loro interno (e quindi, di riflesso, ovunque) sempre più espressioni si svuotino di significato e diventino meme. In ogni nucleo famigliare/scolastico/sportivo/ecc esistono formule e tormentoni, ma la platea di questi nuclei è tendenzialmente ridotta e non può influenzare il resto del mondo. E non in maniera così longeva come i social network dove nulla muore mai ma viene riciclato in un eterno ritorno che al massimo shifta di una nicchia ogni volta (dank -> normie -> 50enni su facebook -> mia madre?), allargando il proprio contagio. Eppure, ormai tutti ne sono stati toccati, e se anche un’espressione ha perso il proprio valore memetico è comunque rovinata dalla sua estenuante ripetizione. Tenendo presente la già provata azione di frammentazione e esacerbazione delle varie bolle (ovunque rimbombano gli echi delle echo chamber e ci si schiera in fazioni, rifuggendo l’ambiguità delle parole e trincerandosi dietro slogan (ovvero memi che non fanno ridere)), mi chiedo se il passaggio finale sia una destrutturazione in nicchie/fazioni politiche/religiose/memistiche, ciascuna caratterizzata dal proprio linguaggio incomprensibile agli altri o che (ancora peggio?) per gli altri non rappresenterà più nulla in quanto meme, ma che per i diretti interessati invece sarà l’unica lingua possibile, per quanto statica e ripetitiva?
Forse mi sono fatto un po’ prendere la mano.