semplici consumatori

Si può misurare da questo punto come sia divenuta inadeguata la comprensione dell’arte e dell’attività artistica nell’epoca dell’industria culturale che degrada coloro che partecipano al gioco a semplici consumatori da sfruttare. Ciò che qui si pretende da ciascuno è una falsa comprensione di sé. Non esiste in realtà il puro spettatore che a teatro o nella sala da concerto, nel museo o nella solitudine della lettura si abbandoni a un godimento estetico culturale in una distanza inviolabile. Egli fraintende se stesso. È un movimento di fuga dall’autocoscienza estetica scorgere nell’incontro con l’opera d’arte un semplice rapimento o un incantamento, e cioè una semplice liberazione dalla pressione della realtà e il godimento di una tale libertà fittizia.


[Hans-Georg Gadamer, Il gioco dell’arte, da L’attualità del bello,
trad. Riccardo Dottori, Marietti 1820 editore, 2021, p. 184]