Ma – devo ammetterlo – se davvero sono qualcosa (e cerco fortemente di non essere mai lo stesso per più di tre minuti di fila, perché è esteticamente poco igienico), allora sono pagano, e sono quindi più dalla parte dell’artista pagano Milton che da quella del cristiano Shakespeare. O comunque ero pagano due paragrafi fa. Non lo sono più mentre scrivo queste parole. Alla fine della lettera spero di essere già qualcos’altro.
[Pessoa, Lettera a un redattore inglese, 1916,
da Perché sognare di sogni non miei?, L’orma editore 2014, trad. Eva Silvia Bilotti]