PK: Che fai, ridi di me?
Gorthan: Io non esiterei un attimo a eliminarti, mentre tu…
PK: È questa la differenza tra le nostre due razze.
Gorthan: Ti sbagli, sono identiche. Non hai studiato la tua storia a scuola?
L’unica distinzione è che noi evroniani concludiamo le guerre molto più in fretta.
like a sick person
It is correct, then, to say that a person comes to be just from doing just actions and temperate from doing temperate actions; for no one has the least prospect of becoming good from failing to do them.
The many, however, do not do these actions. They take refuge in arguments, thinking that they are doing philosophy, and that this is the way to become excellent people. They are like a sick person who listens attentively to the doctor, but acts on none of his instructions.
ecco fatto
autori
I consumatori vogliono essere autori della propria vita, ma sempre più spesso si rivolgono a ghostwriter per farsi aiutare.
perché
Il messaggio che voglio trasmettervi è questo: fingete di avere un libero arbitrio. Pur sapendo che non è così, è fondamentale che continuiate ad agire come se le vostre decisioni avessero un peso. Non è la realtà a essere importante, quanto piuttosto ciò che si crede e credere a una menzogna è l’unico modo di sfuggire al coma vigile. A questo punto la civiltà dipende dall’illusione Forse, anzi, è sempre stato così.
Eppure, visto che il libero arbitrio è un’illusione, chi sprofonderà nel mutismo acinetico e chi invece non lo farà è già scritto. È tutto predeterminato, non ci si può fare niente. Nessuno può scegliere l’effetto che gli farà l’Oracolo, alcuni di voi soccomberanno e altri no, e avervi inviato questo avvertimento non altererà una simile proporzione. Dunque, perché mai l’ho fatto?
Perché non avevo scelta.
un duello continuo
Come tutti i veri artisti Filippo Scòzzari è un mondo, e come tale è costretto a farci periodicamente i conti, col “mondo”, in un duello continuo fatto di insofferenza, fastidio, scherno, furore: ma, sorprendentemente, anche di pietas e di assoluzione.
l’indizio
La scrittura romanzesca deve, anzi, vuole fare i conti con una miriade di dettagli, spesso apparentemente superflui. Gli storici e i giornalisti vanno al sodo, sicuri di conoscere in anticipo quale sia il nocciolo di ogni questione. Da qualche secolo, invece, quella particolare stirpe di scrittori chiamati romanzieri sembra perdersi in una pletora di particolari di poco o nessun conto, quasi che si trattasse di dedicare ininterrottamente la massima attenzione a qualunque cosa; come se il mondo fosse una sconfinata scena del crimine, e ogni resoconto dovesse assomigliare a un romanzo poliziesco d’altri tempi, in cui l’indizio per scoprire l’assassino può nascondersi nella descrizione di un barometro appoggiato sul caminetto, o in una tabacchiera menzionata di sfuggita; aghi in pagliai di minutaglie.
ambivalente
Ma è proprio questo il mio obbietivo: far sì che il lettore si chieda se quel che sta leggendo è, almeno in parte inventato. Nelle mie intenzioni, questo dovrebbe risultare non ambiguo ma ambivalente: nel senso letterale del termine, qualcosa che “vale doppio”, che “vale in entrambi i sensi”. Infatti in questa vicenda ciò che è successo conta quanto ciò che si immagina sia successo.
il pittore Yoshihide
l’oscurità non si dirada
L’oscurità non si dirada, anzi si fa più fitta al pensiero di quanto poco riusciamo a trattenere, di quante cose cadano incessantemente nell’oblio con ogni vita cancellata, di come il mondo si svuoti per così dire da solo, dal momento che le storie, legate a innumerevoli luoghi e oggetti di per sé incapaci di ricordo, non vengono udite, annotate o raccontante ad altri da nessuno.