Ogni rottura dell’organizzazione banale presuppone un nuovo tipo di organizzazione, che è disordine rispetto all’organizzazione precedente, ma è ordine rispetto a parametri assunti all’interno del nuovo discorso. Tuttavia non possiamo non disconoscere che mentre l’arte classica si attuava contravvenendo all’ordine convenzionale entro limiti ben definiti, l’arte contemporanea manifesta tra le sue caratteristiche essenziali quella di porre continuamente un ordine altamente “improbabile” rispetto a quello da cui si muove. In altre parole, mentre l’arte classica introduceva movenze originali all’interno di un sistema linguistico di cui sostanzialmente rispettava le regole basilari, l’arte contemporanea attua la sua originalità nel porre (talora opera per opera) un nuovo sistema linguistico che ha in sé le sue nuove leggi.
[Umberto Eco, 1962, Opera aperta, pag. 117]