— Anch’io ti amo, mio Dio, amo ogni cosa. Amo le pietre e la sabbia e i cespugli e il cielo e Klawer e quegli altri e ogni verme, ogni mosca nel mondo. Ma Dio, fa che loro non amino me. Non mi piace avere complici. Dio, voglio essere solo —. Fu bello sentire uscire tutto ciò. Ma le pietre, decisi, così introverse, così prese dalla loro muta esistenza, erano dopotutto le mie preferite.
[J.M. Coetzee, Il racconto di Jacobus Coetzee, da Terre al crepuscolo, 1982,
trad. Maria Baiocchi, Giulio Einaudi editore 2003, p. 132]