Viviamo una vita determinata dall’abitudine, ci convinciamo che è la vita che ci serve, di cui abbiamo bisogno, ma credo che ognuno di noi nel dormiveglia si trovi, in un certo momento, completamente estraneo a ciò che lo circonda e provi il desiderio di andarsene come un sonnambulo. Credo che ogni tanto veniamo presi da un desiderio di semplicità, non mi piace questa parola ma è questo: un desiderio di “purezza” che non riusciamo a raggiungere con la vita di tutti i giorni. E penso che ci si fermi alla metà di un gesto qualunque pensando: “Ma che cosa ci faccio qui? Perché devo sprecare il mio tempo per cose che non hanno la minima importanza?”. Si sente il bisogno di fuggire. Per andare da nessuna parte, semplicemente per smettere di essere oppressi dalle cose che conosciamo.
[George Simenon, Mon cher Simenon, pp. 14-15,
da Black #5, Coconino 2003]