– L’apocalisse è intrinseca nella struttura del tempo, dei cambiamenti climatici e cosmici a lungo raggio. Ma li vediamo, noi, i segni di questo inferno autoinflitto? E stiamo contando i giorni che mancano al momento in cui le nazioni progredite, o quelle meno progredite, cominceranno a fare ricorso alle armi più infernali? Non è inevitabile? Tutti i nascondigli segreti in varie parti del mondo. Le aggressioni programmate saranno neutralizzate dai cyberattacchi? Le bombe e i missili colpiranno i loro obiettivi? Siamo al sicuro noi, qui, nel nostro sotterraneo? E che impatto si registrerà nei vari continenti, di che entità sarà il colpo inferto alla coscienza mondiale, a prescindere dai megaton? Quanto post-Hiroshima e post-Nagasaki? Di nuovo le vecchie città distrutte, le rovine promordiali centomila volte più devastanti di un tempo. Penso ai morti, ai mezzo morti e ai feriti gravi, nostalgicamente adagiati sui risciò per essere poi trasportati in mezzo a quel paesaggio distrutto. O mi sto perdendo nel nebuloso ricordo di vecchie immagini di repertorio?
[Don DeLillo, Zero K, 2016,
trad. Giuseppe Pallavicini Caffarelli, Giulio Einaudi editore 2016, p.212]