L’alienazione costituisce per l’uomo moderno una condizione come la mancanza di gravità per il pilota spaziale: una condizione in cui imparare a muoversi e a individuare le nuove possibilità di autonomia, le direzioni di libertà possibile. Vivere nell’alienazione non vuol dire, peraltro, vivere accettando l’alienazione, ma vivere accettando una serie di rapporti che vengono tuttavia costantemente messi a fuoco da una intentio secunda che ci permetta di vederli in trasparenza, di denunciarne le possibilità paralizzanti; rapporti da agire demistificandoli di continuo, senza che demistificarli voglia dire annullarli.
[Umberto Eco, 1962, Opera aperta, pag. 256]