Non dipingerò ancora per molto, grida il pittore, probabilmente vicinissimo alla finestra. E, per non perdere tempo, rapido si butta a dipingere dopo lungo dubitare, senza pensarci molto. Perché se si guarda così attorno… Quindi non si guarda attorno. La sua scusa: che dipingere, anche solo il suo pensiero, uccide nel suo caso tutti i pensieri per tutto il resto del mondo. (Sebbene sappia che è probabilmente più importante vivere, sopravvivere che fermare la vita.) Egli però non può dipingere o voler dipingere e nello stesso tempo pensare anche al resto. E per giunta egli stesso naturalmente dubita che il dipingere abbia un’utilità.
[Gert Hofmann, La parabola dei ciechi (Der Blindensturz), 1985
trad. Tiziana Prina, Racconti Edizioni 2019, p. 101]