Vado avanti grazie alla droga fantoccio della tecnologia a uso personale. Ogni pulsante sfiorato mi provoca l’eccitazione neurale della scoperta di qualcosa che non avevo mai saputo né avevo mai avuto bisogno di sapere finché non mi compare sotto gli avidi polpastrelli, dove rimane per il tremolio di un secondo per poi scomparire per sempre.
[Don DeLillo, Zero K, 2016,
trad. Giuseppe Pallavicini Caffarelli, Giulio Einaudi editore 2016, p.48]