Piano piano sto arrivando a capire l’assurdità del compito che mi sono proposto. Ho l’impressione di dirigermi verso una meta, di sapere cosa volevo dire, ma pi avanzo più cresce la certezza che la strada per giugere al mio scopo non esiste. Devo inventarmi la via a ogni passo e ciò significa che non sono mai sicuro di dove mi trovo. Ho l’impressione di procedere in cerchio, di tornare di continuo sulle mie tracce, di disperdermi in varie direzioni. E anche se riesco a compiere qualche passo avanti, non sono affatto convinto che mi porterà dove penso di andare. Il fatto di vagare nel deserto non significa che ci sia una terra promessa.
[Paul Auster, L’invenzione della solitudine (The Invention of Solitude), 1982,
trad. Massimo Bocchiola, Einaudi 1997, p. 31]