“Lei potrà citarmi Tucidide. O Lucrezio. O Camus. E io non potrò che dirmi d’accordo. Però le faccio notare che, accanto a questo sogno orgiastico della peste, ne esiste un altro diametralmente opposto: il sogno politico della peste. La peste diventa il momento meraviglioso nel quale il potere esercita sé stesso con possente pienezza. La suddivisione della popolazione è portata al suo punto estremo, ogni messaggio distonico o contrastante è sanzionato, così come viene sanzionata la confusione sociale e il contatto libero e indisciplinato, e appunto per questo promiscuo.”
[Valentina Durante, Enne, Voland 2020, p. 116]