Il punto in questione, secondo Wittgenstein, è che i criteri del ragionamento corretto o scorretto non possono far riferimento a un mondo esterno come quello delle verità platoniche, ma si basano invece su se stessi, su “una convenzione o un uso e, forse, sulle nostre esigenze pratiche”. La convenzione di usare dei regoli rigidi anziché elastici non è più vera ma, semplicmente, più pratica.
[Wittgenstein. Il dovere del genio, Ray Monk,
trad. Piero Arlorio, Giunti 2018, p. 376]