il pensiero giusto

Sultan è solo nel recinto. Ha fame: il cibo che prima gli arrivava con regolarità ha cessato inspiegabilmente di arrivare. L’uomo che prima gli dava da mangiare e ora ha smesso di farlo tende un filo metallico sopra il recinto, a tre metri d’altezza, e appende un casco di banane. Trascino nel recinto tre casse di legno. Poi sparisce, richiudendosi il cancello alle spalle, sebbene sia ancora nei pressi dal momento che se ne sente l’odore. Sultano lo sa: adesso da lui ci si aspetta che pensi. È per questo che le banane sono appese lassù. Le banane sono lì perché si pensi, per spingere qualcuno ai limiti del pensiero. Ma che cosa si deve pensare? Si deve pensare: perché mi fai morire di fame? Si deve pensare: che cosa ho mai fatto? Perché hai smesso di volermi bene? Si deve pensare: perché non vuole più queste casse? Nessuno di questi, però, è il pensiero giusto.


[J.M. Coetzee, La vita degli animali,
da Filosofia dell’animalità, Felice Cimatti
Laterza 2023, p. 134]