il futuro del mondo

«Cosa dici del futuro del mondo?»
«Non credo proprio che abbia molto futuro,» rispose la ragazza «almeno per com’è adesso».
«Viviamo in tempi interessanti» disse lui, quasi fosse ancora nell’altra stanza.
«Be’, era ampiamente prevedibile».
La osservò per un momento; si fissava la punta della scarpa bicolore, muovendo adagio il piede avanti e indietro e seguendolo con sguardo assente. «C’è proprio da aver paura, se una sedicenne pensa a certe cose». Ai miei tempi, fu tentato di punzecchiarla, le ragazze pensavano solo a bere cocktail e pomiciare.
«Ho diciassette anni». Alzò lo sguardo e gli sorrise di nuovo. «C’è un’enorme differenza» disse.
«Ai miei tempi» disse lui n tono enfatico «le ragazze pensavano solo a bere cocktail e pomiciare».
«È anche questo il problema» rispose lei, sseria. «Se quando lei era giovane la gente si fosse spaventata davvero, oggi non saremmo messi così male».
La voce gli uscì più aspra di quanto volesse («Quando ero giovane!»), e si girò un po’ di traverso, con l’atteggiamento di lieve sufficienza di un adulto che parla a un bambino: «Ci sentivamo spaventati. Tutti i ragazzi di sedici… di diciassette anni si sentono spaventati. È una fase, come quella della cotta facile».
«Continuo a immaginae come sarà». La ragazza parlava molto piano, molto chiaramente, rivolgendosi a un punto sulla parete dietro di lui. «Non so perché, ma penso che cominceranno a sparire le chiese, prima ancora dell’Empire State Building. E poi tutti i grandi condomini lungo il fiume scivoleranno lentamente nell’acqua con la gente dentro. E le scuole, magari durante l’ora di latino, mentre leggiamo Cesare». Spostò lo sguardo su di lui, fissandolo con torpida esaltazione. «Ogni volta che iniziamo un capitolo di Cesare, mi domando se sarà quello che non riusciremo a finire. Forse saremo gli ultimi a leggere Cesare».
«Poco male» disse lui in tono leggero. «Io odiavo Cesare».
«Probabilmente quando lei era giovane tutti odiavano Cesare» ribattè la ragazza con indifferenza.


[Shirley Jackson, L’ubriaco (The Intoxicated), 1949,
da La strega, Adelphi 2023, pp. 22-23, trad. Silvia Pareschi]