Il nocciolo della faccenda, un’espressione che mi ha sempre irritato, insieme a è tutta questione di e non per dire niente ma, il nocciolo della faccenda è che ti sei sempre sentito in colpa per esserti concentrato sulla tua vita, hai sempre pensato che la distanza tra noi, dai tuoi genitori, una distanza spaziale, temporale o emotiva, fosse una cosa brutta, vergognosa, da coprire, un sintomo del tuo fallimento come figlio. Be’, lascia che ti riveli una cosa, è tutto un fallimento, abbiamo tutti fallito, come figli, come padri, come madri, come fratelli. È una verità necessaria. Non esistono regole ma ce ne sentiamo vincolati, non esistono doveri da assolvere, esistono solo aspettative, inarticolate e arbitrarie e amorfe e cangianti, aspettative simili a manciate di gelatina che tentiamo di puntellare alle pareti di casa e si ostinano a scivolare a terra e a sciogliersi e a fermentare e a trasformarsi in senso di colpa e altro ancora.
[Percival Everett, Percival Everett di Virgil Russell (Percival Everett by Virgil Russell), 2013,
trad. Letizia Sacchini, Nutrimenti 2014, pp. 129-130]
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