Esercizi di stile: omoteleuti 2

Giaccio all’ufficio, passando per l’adiaccio, ascoltando un gruppaccio, er Piottaccio.
Appena al calduccio, viene il capoccia al mio tavolaccio e mi fa un discorso a braccio di un fattaccio, manco fosse un pagliaccio. Taccio.
Però poi non m’allaccio, è un cagnaccio, e gli faccio che mi spieghi meglio cosa vuol che faccio. Che caccio.
Vuol da me uno scartafaccio, di quel pastiticciaccio informaticaccio. Non lo saccio, mi lascia lì nell’impaccio, ma devo chiedere a quelli dell’altro ufficio, che ci ha fatto sto lavoraccio. Traccio un listaccio di contatti, poi trovo un geniaccio e gli scrivo un dispaccio. Per fortuna il tipaccio mi invia il documentaccio e io lo giro al capoccia. Quel vecchiaccio.
Quello viene e mi aspetto il boccio, ma poi mi compiaccio: dopo il grazie per poco non ci scappa anche l’abbraccio.

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