George è come se la vedesse, la serata del 1990, quando Russ sarà preside di una facoltà nel Midwest e Marinette sarà la madre di figli e figlie adulti. Un pubblico di giovani incaricati con le mogli, simbolicamente frementi per la vena aneddotica del preside che farnetica e borbotta con un sorriso ebete, perduto in un labirinto di storie banali dove George e moltissimi altri, citati quasi sempre a sproposito, avranno una loro parte. E Marinette, sorridendo indefessa, se ne starà seduta ad ascoltare con il terzo orecchio – quello che ha già sentito tutto – e a pregare che arrivino le undici. E arriveranno. E tutti converranno che è stata una serata memorabile.
[Christopher Isherwood, Un uomo solo (A Single Man), 1969,
trad. Dario Villa, Adelphi 2009, p. 41]