come galletti in un pollaio

Breton riassumeva tale sistemazione presso la Casa dei cosmonauti dicendo che là dentro stavamo beati come galletti in un pollaio. Non riuscivo davvero ad associarmi a tale apprezzamento, un po’ troppo entusiasta, a mio parare. Gli ricordavo infatti che i galletti in question erano destinati a finire infornati in crosta, e poi mangiati. Lui stava a sentire la mia obiezione, ma siccome era talvolta attraversato da lampi di cupo ottimismo, insisteva: «Beh, alla fin fine potemo sempre nasconderci sotto al crosta e non farci trovare».


[Antoine Volodine, Le ragazze Monroe,
trad. Anna D’Elia, 66thand2nd 2023, pp. 35-36]