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ventinove

Ventinove è un numero che mi è sempre piaciuto, per qualche motivo.

Ma ora, a ventinove anni, ci sono tante cose che devo accettare di non poter più fare o essere: sono vecchio come atleta (di quasi qualunque sport), non posso più essere un giovane genietto del computer (ma a questo non ho mai tenuto particolarmente), non posso neanche più spacciarmi come neo-laureato (e fra un po’ neanche per dottorando), sono vecchio come icona rock (che anzi si sarebbe suicidata già due anni fa, all’apice del successo) e anche come bambino prodigio del pianoforte, fra poco sarò vecchio anche per pagare meno il cinema e partecipare alle rassegne di giovani documentaristi.
Per fortuna, per quanto il trend sia abbassare l’età media anche lì, fra gli scrittori c’è anche qualcuno che mi concede un po’ di tempo. Grazie Saramago, che hai iniziato la tua carriera da romanziere a 55 anni.

Il pacco

Ero lì che stavo leggendo Storia della filosofia occidentale ascoltando l’ultimo Oneothrix Point Never, quando driiin suona il campanello.
Io non so quand’è che ho iniziato ad aver timore (paura mi sembra eccessivo) delle interruzioni, che siano campanelli, telefoni, o altro. Non so quand’è che all’ingenua speranza di una bella sorpresa si è sostituito il sospetto di una rottura di cazzo se non peggio. Sicuramente da quando sono in Germania, ma diciamo che anche prima ero già sulla buona strada.
Solo che questa volta sono in attesa di qualcosa e aspetto il suono del campanello come un bambino la notte di Natale. E infatti quello che arriva è il miglior pacco regalo che si possa desiderare, il pacco dall’Italia coi viveri, i fumetti, i pensieri dei miei.
Ogni tanto è bello essere felici. Senza esagerare però.

Spinoza

Spinoza (1632-1677) è il più nobile ed il più degno di amore dei grandi filosofi. Se qualcun altro lo ha superato dal punto di vista intellettuale, dal punto di vista etico è superiore a tutti. Come logica conseguenza, fu considerato, durante la sua vita e per un secolo dopo la sua morte, un uomo di spaventosa malvagità.

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Uno

«Ricordo di aver letto senza fastidio due racconti fantastici» rispose. «I viaggi di Gulliver, che molti considerano veridici, e la Summa Theologica. Ma non parliamo di fatti. Ormai non interessano più a nessuno. Sono semplici punti di partenza per l’invenzione e il ragionamento. Nelle scuole ci insegnano il dubbio e l’arte di dimenticare. Dimenticare soprattutto quel che è personale e locale. Viviamo nel tempo, che è successione, ma cerchiamo di vivere sub specie æternis. Del passato ci restano alcuni nomi, che il linguaggio tende a perdere. Evitiamo inutili precisioni. Non c’è cronologia né storia. E neppure statistiche. Mi hai detto che ti chiami Eudoro; io non posso dirti il mio nome, perché mi chiamano “uno”».
«E come si chiamava tuo padre?».
«Non si chiamava».

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Medio o grande?

Eppure, il successo di questa cucina veloce tra le leve più giovani non è dovuto all’assenza di rituale, ma al fatto di offrire un rituale alternativo, adatto ai nuovi valori. Un pasto in un McDonald’s, secondo Farb e Armelagos, può essere interpretato come un rituale sociale e religioso. «Il pasto per un cliente abituae dei McDonald’s avviene sotto il segno del doppio arco dorato, in momenti convenuti per la colazione, il pranzo e la cena. È un rituale caratterizzato dall’uso di un vocabolario e di certi gesti prescritti da altri che non sono coloro che utilizzano tale vocabolario o compiono tali gesti, codificati in un qualche testo, sacro come la Bibbia.» Infatti, la multinazionale McDonald’s ha creato un manuale di trecentosessanta pagine destinato ai suoi dipendenti, per imparare a cuocere e servire hamburger, patatine e bibite gassate. Inoltre, i dipendenti si formano in brevi corsi speciali nella cosiddetta Hamburger University, a Elk Grove, nell’Illinois, e ogni assiduo dei McDonald’s conosce un linguaggio estraneo al mondo esterno: «Vorrei un Big Mac Menu». «Medio o grande?»

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Opulenza


Ogni supermercato sommerge il compratore di «formaggi freschi» e lo ricopre di fette di formaggio con cui imbottire il suo corpo e il suo spirito. Non mancano neppure quelli meticci, con corpo di formaggio e anima di prosciutto affumicato, per esempio. Formaggi che sanno di salmone, di avocado, di qualsiasi cosa tranne che di formaggio. Come accade sempre nella civiltà che ci caratterizza, ogni opulenza nasconde una miseria.

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It follows

Ieri sera ho visto un film horror al cinema, non so da quanto tempo non succedeva.
Il film in questione è It follows, del giovane regista americano David Robert Mitchell.
La trama è semplice: una maledizione trasmettibile tramite il sesso fa sì che si venga seguiti (lentamente ma inesorabilmente) da una “cosa” che assume sembianze diverse a seconda di chi la vede (e solo i maledetti la possono vedere) e che soprattutto punta ad ammazzare nei modi più disparati le proprie vittime.
Poteva essere un teen horror qualsiasi, ma.
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Esortazione

Mettiamo di dover pulire uno scaffale. Serviamoci di questo esempio. Se l’ora prima di pulire lo scaffale la passiamo a criticare l’operazione pulitura-scaffale, a lamentarci, ad angosciarci, a sviscerare le implicazioni morarli della pulitura-scaffale e chi più ne ha più ne metta, cosa succede? Succede che rendiamo l’operazione pulitura-scaffale più difficile di quanto sia in effetti. Sappiamo tutti benissimo che lo «scaffale» verrà pulito, vista l’aria che tira, da noi o dal tizio che ci sostituirà e incasserà la nostra paga, per cui la questione si riduce a: Voglio pulirlo col sorriso sulle labbra, questo scaffale, o pulirlo col muso lungo? Quale dei due approcci sarebbe più efficace per me? Quale dei due mi consentirebbe di raggiungere il mio obiettivo con più efficacia? Qual è il mimo obiettivo? Essere pagato. Come raggiungo il mio obiettivo con maggiore efficacia? Pulendo lo scaffale, presto e bene. Quale stato d’animo mi aiuterà a pulire lo scaffale presto e bene? Domanda: quello negativo, uno stato d’animo negativo? Sapete benissimo che la risposta è no. Per cui il mio discorso in soldoni è: positività. Grazie a uno stato d’animo positivo potrete pulire il suddetto scaffale presto e bene. E dunque raggiungere l’obiettivo di essere pagati.

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