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Ewige Jugend

Io non so se ieri sera ho visto Youth (Ewige Jugend in Germania) di Sorrentino o Natale in Svizzera di Neri Parenti.
A guardare lo schermo, dove c’erano Caine e Keitel vecchi vecchi vecchissimi, propenderei più per il primo. A sentire le risate incontenibili della platea invece, propenderei per il secondo.
Nel dubbio, la figa di turno c’era, anche se stranamente faceva una parte intelligente (e qui il pubblico c’è rimasto un po’ male, secondo me).
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Senza pace

Non stava lavorando a nulla di nuovo, ma aveva tentato con difficoltà di tradurre Stirrings Still in francese. Gli chiesi se potevo portargli qualcosa. Risposte di no, finché poteva contare sui suoi giornali e il suo whiskey. Mentre parlavamo, di colpo si alzò dalla sedia e cominciò a camminare in giro per la stanza. Lo faceva per la circolazione? “No”, fece lui, “perché sono senza pace”.

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Difficile

Ha scritto un pezzo per me: Di’ Joe. Mi limitavo a muovere le labbra. Dovevo sentire, non pensare. È la pièce più sfibrante che abbia mai affrontato, e dura venti minuti. Osservai: “Mio dio, Sam, diventi sempre più difficile”. Immaginazione morta immaginate era un romanzo di 260 pagine. Gli domandai: “Come va co libro?” Mi rispose: “L’ho ridotto a 18 pagine. È tutto quello che ho potuto salvare dell’originale”.

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Così non si va da nessuna parte

Qualche giorno prima delle elezioni turche Jean-Claude Junker, il presidente della Commissione, ha fatto capire chiaramente quanto siano cambiati i rapporti di potere tra Bruxelles e Ankara. È vero che ci sono questioni irrisolte come il rispetto dei diritti umani e della libertà di stampa, ha ammesso Junker, “ma così non si va da nessuna parte”, ha aggiunto.

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Il continuo ritorno

Non sono più emozionato come le prime volte che tornavo a camminare nella mia piccola città, ho iniziato ad accettare (e dare per scontata) la mia doppia (molteplice) cittadinanza.

Però continuo a vedere ancora (sempre di più) questi luoghi e queste persone con occhi estranei/stranieri. I vecchi in bici, col basco, con la pipa, che gesticolano borbottano esclamano, le donne al mercato, chine, basse, rumorose, i giovani dai lineamenti, barbe, capelli, visi, vestiti scuri, giacche sciarpe sciarpine scarpe ritagliate sulle persone, gli sguardi fin troppo espressivi e curiosi, le parole, così tante lasciate nell’aria, fra le persone, sovrapposte incerte abbozzate esclamate complici compunte cantate. I silenzi come segni di interpunzione, non come spazi infiniti.

Una verità da toccare con mano

Che i fanciulli non sappiano che cosa vogliano è verità constatata da tutti i dottissimi maestri di scuola e istitutori; ma che anche gli adulti, come i bambini, brancolino su questa terra e non sappiano né da dove vengano né dove vadano e che anche essi agiscano non secondo veri scopi, ma si lascino guidare invece solo da biscotti e dolci e vergate: questo nessuno vuole crederlo eppure a me sembra una verità da toccare con mano.

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Antichi concetti

Ci sono antichi concetti che stanno a significare la fede dell’uomo nei limiti del potere umano; di questi i due principali sono Dio e la verità. (Non voglio dire che questi due concetti siano logicamente connessi.) Questi concetti tendono a svanire; anche se non negati esplicitamente, perdono importanza, e sono conservati ormai solo superficialmente.

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