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Weird everywhere

Da quando ho letto l’antologia The New Weird (di dieci anni fa!) e la relativa definizione/spiegazione di new weird di Jeff VanderMeer, vedo il new weird ovunque. O meglio, ho capito che il new weird non esiste e che in Italia (Europa?) si sovrappone col concetto di “fantastico” dove il fantastico è quasi sempre perturbante, anche nelle storie per bambini. Temo che il new weird nasca proprio dal problema americano di non riuscire a distanziare il fantastico dal fantasy così come è spesso inteso anche da noi. Rimane che il 90% della letteratura fantastica (e non!) ricade nel new weird, compresi i seguenti due romanzi che ho appena letto.
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Sono convinti

Mi piace rovistare nei libri usati, più per la possibilità di sorprendermi che per motivi prettamente economici, per questo Napoli e le sue vie dei libri sono fantastiche. Fatto sta che, fra gli altri, ho preso un libro di Paolo Nori edito da Marcos y Marcos e l’ho iniziato a leggere quasi subito (altro grande piacere quasi dimenticato, in epoca di ordini e recuperi dilatati nel tempo, biblioteche che si riempiono asincrone e libri che si accumulano sul comodino).
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Appunti settimanali #2: L’ultima notte

È fin troppo scontato fare le condoglianze al capitalismo, evidenziarne i difetti, preannunciarne la fine, ma d’altro canto la narrazione mainstream sembra continuare a usare slogan vecchi di mezzo secolo, con un certo nostalgismo incomprensibile (o comprensibile solo per motivi anagrafici), mentre il mondo continua ad accelerare in una direzione altra (sospendo il giudizio di valore, ma diversa di sicuro), passando di crisi in crisi senza soluzioni né alternative all’orizzonte.
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