Da quando ho letto l’antologia The New Weird (di dieci anni fa!) e la relativa definizione/spiegazione di new weird di Jeff VanderMeer, vedo il new weird ovunque. O meglio, ho capito che il new weird non esiste e che in Italia (Europa?) si sovrappone col concetto di “fantastico” dove il fantastico è quasi sempre perturbante, anche nelle storie per bambini. Temo che il new weird nasca proprio dal problema americano di non riuscire a distanziare il fantastico dal fantasy così come è spesso inteso anche da noi. Rimane che il 90% della letteratura fantastica (e non!) ricade nel new weird, compresi i seguenti due romanzi che ho appena letto.
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Ultime letture
Recap.
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Orwell vs La casa di papel
Sono un po’ OT, ma guardando La casa di papel (ebbene sì) mi viene in mente continuamente Omaggio alla Catalogna di Orwell (appena finito*: Orwell saggista/cronista > Orwell romanziere, ma si sapeva già), il quale avrebbe commentato “queste cose possono succedere solo in Spagna”.
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I, Robot
Ho trovato I, Robot da qualche parte a un prezzo irrisorio e così mi sono divertito a rileggere in lingua originale le storie che mi leggeva 25 anni fa mio padre.
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Is there no alternative?
Letto anche Capitalist Realism di Mark Fisher.
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Sono convinti
Mi piace rovistare nei libri usati, più per la possibilità di sorprendermi che per motivi prettamente economici, per questo Napoli e le sue vie dei libri sono fantastiche. Fatto sta che, fra gli altri, ho preso un libro di Paolo Nori edito da Marcos y Marcos e l’ho iniziato a leggere quasi subito (altro grande piacere quasi dimenticato, in epoca di ordini e recuperi dilatati nel tempo, biblioteche che si riempiono asincrone e libri che si accumulano sul comodino).
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Appunti saltuari: Inventare il futuro
Fin da bambino mi sono chiesto perché mai il lavoro (inteso come impiego, non come risultante di forze) fosse considerato come un concetto positivo e nessuno mi ha mai dato una risposta soddisfacente.
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Il problema della ridondanza nei saggi americani
Nel seguente post vi illustrerò uno dei principali problemi di forma (la ridondanza) dei saggisti americani.
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Appunti settimanali #4: 3 2 1
Ho sempre avuto una dose di ammirazione supplementare per chi scrive romanzi che non si dimenticano di essere libri. Si può chiamare post-moderno, metaletteratura o quello che volete, ma alla fine viene da Cervantes, quindi non è proprio una novità.
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Appunti settimanali #2: L’ultima notte
È fin troppo scontato fare le condoglianze al capitalismo, evidenziarne i difetti, preannunciarne la fine, ma d’altro canto la narrazione mainstream sembra continuare a usare slogan vecchi di mezzo secolo, con un certo nostalgismo incomprensibile (o comprensibile solo per motivi anagrafici), mentre il mondo continua ad accelerare in una direzione altra (sospendo il giudizio di valore, ma diversa di sicuro), passando di crisi in crisi senza soluzioni né alternative all’orizzonte.
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