e’ rest

quello sguardo fisso e indagatore

Degli animali alloggiati nel Nocturama, ricordo soltanto che alcuni avevano occhi straordinariamente grandi e quello sguardo fisso e indagatore, riscontrabile anche in certi pittori e filosofi i quali, per mezzo della pura intuizione e del puro pensiero, cercano di penetrare l’oscurità in cui siamo immersi.

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un tipico rappresentante dei realisti

In un saggio sul realismo, Roman Jakobson scrive: «Si può porre a un bambino questo problema: “Un uccello è fuggito dalla gabbia. La distanza tra la gabbia e il bosco è tot, quanto tempo gli sarà necessario per raggiungere il bosco dal momento che viaggia alla velocità di tot metri al minuto?”. E ci si sentirà chiedere dal bambino: “La gabbia di che colore era?”. Il nostro bambino» conclude Jakobson «è un tipico rappresentante dei realisti nel senso di Dostoevskij».

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un uomo

Mi sembra proprio che all’inizio della processione il condannato, seduto sul carro infamante, debba sentire precisamente che dinnanzi a lui c’è ancora una vita infinita. Ma ecco che, invece, le case se ne restano indietro, il carro continua a muoversi, oh, ma non importa, fino alla svolta per l’altra via manca ancora così tanto, ed ecco che egli guarda ancora con baldanza a destra e a sinistra, indifferente, quelle migliaia di persone curiose, con gli sguardi incatenati a lui, e ancora continua a parergli di essere, proprio come loro, un uomo.

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e se non significasse

Grazie a Dio siamo arrivati al punto: ‘Se era in giardino, significa che ha anche ucciso’. Con queste due parolette: se era, allora senz’altro significa, tutto si esaurisce, si esaurisce l’accusa: ‘c’era, quindi significa‘. Ma e se non significasse, anche se c’era?

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una sorta di spettro della vita

Gli uomini prendono tutta questa commedia per qualcosa di serio, nonostante la loro indiscutibile intelligenza. Proprio in questo sta la loro tragedia. E soffrono, naturalmente, ma… pur tuttavia vivono, vivono realmente, non in modo fantastico; poiché anche la sofferenza è pur sempre vita. Senza la sofferenza quale sarebbe mai il piacerer in essa, tutto si trasformerebbe in un unico moleben senza fine: e santo, e noiosetto. E io, invece? Soffro, e comunque, non vivo. Sono la x di un’equazione indefinita. Sono una sorta di spettro della vita, che ha perso tutti gli inizi e tutte le fini, e in conclusione s’è persino dimenticato come si chiama.

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s’è arrabbiato

‘Tu,’ mi ha detto proprio oggi, ‘faresti meglio a preoccuparti dell’estensione dei diritti umani, o almeno che il prezzo della carne di manzo non aumenti; in tal modo mostrerai il tuo amore per l’umanità in maniera più facile e concreta che con le filosofie’. Al che gli ho detto: ‘E tu,’ gli faccio, ‘senza Dio sarai tu stesso a metterti ad alzare il prezzo della carne, se ne avrai l’occasione, e a tirar fuori un rublo da ogni copeco’. S’è arrabbiato.

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per cosa mente un uomo

“Be’, ecco, vedete, tutti, tutti testimoniano. Avrà bene un qualche significato la parola tutti?”
“Non significa nulla, ho mentito, e tutti si son messi a mentire, seguendo me.”
“Ma perché avete avuto la necessità di ‘mentire’, come lo spiegate?”
“Ma lo sa il diavolo. Per fare lo spaccone, forse… così… che avevo sperperato così tanti soldi… Forse per dimenticarmi di quei soldi cuciti… sì, proprio per questo… diavolo… quante volte m’avete fatto questa domanda? Be’, ho mentito, ed è finita lì, ho mentito una volta e non mi son voluto correggere. Per cosa alle volte mente un uomo?”
“È molto difficile decidere, Dmitrij Fëdorovic, per cosa mente un uomo”

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