e’ rest
cosa vuol dire
– Che cosa vuol dire ‘volevo vivere’?
– Non vuol dire niente, proprio così… è lì che sta il problema. È questa la parolona che ti scappa… non vuol dire niente, vivere, quando sei un falsario. Vuol dire vivere con i morti, vuol dire essere morto, vuol dire essere chi vuoi, Vermeer, Chardin.
non c’è alcuna ragione
Dato che il messaggio politico è implicito, perché sollecitarlo? Perché aspettare la fine per contraddirsi? Perché dare la vittoria al più debole? Perché aver paura di essere soli nel buio a gridare aiuto? Perché essere così ansiosi di avere ragione? Non c’è alcuna ragione perché una storia sia come una casa con una porta per entrare, delle finestre per guardare gli alberi e un camino per il fumo. Si può benissimo immaginare una storia in forma d’elefante, di campo di grano o di fiammella di cerino…
la vita è ingiusta
La vita è ingiusta.
Proibire l’aborto ai poveri è ingiusto.
Accettare un alto tasso di disoccupazione è ingiusto.
Permettere la continuazione della corsa agli armamente è ingiusto.
Sostenere i diritti civili in alcuni paesi ma non in altri è ingiusto.
Ma io sono per tutte queste cose
perché sono per la vita.
E la vita è ingiusta.
Io sono un essere molto metafisico.
wi Schiffer sind wir
Wie Schiffer sind wir, die ihr Schiff auf offener See umbauen müssen, ohne es jemals in einem Dock zerlegen und aus besten Bestandteilen neu errichten zu können.
is this really obvious?
It is interesting that out of the famous triumvirate of “the good, the true, and the beautiful”, the dichotomists always select the true as obviously a matter of observable or demonstrable fact, leaving the other two terms as obviously matters of subjective value. But is this really obvious?
queste scale
Se queste scale le avessimo fatte a scendere, mi sarei aspettato l’inferno. E nel deludere l’aspettativa, qualsiasi cosa avessimo trovato l’avrei accolta con favore.
Ma, visto che siamo a scalare, quello che mi aspetto è il paradiso. E non trovandolo sarà una delusione certa.
e così di seguito
Era dunque capitato piuttosto spesso che la persona più semplice e banale del mondo davanti alla sua tazza di caffè portasse il nostro discorso su Schopenhauer, così come una volta accadde, ed è soltanto un esempio, che una signora accompagnata da un nipotino screanzato, divorando a grandi tocchi il suo Strudel di mele sotto il ritratto dell’Arciduca, fece in modo che i pazzi e i buffoni di corte di Velàzquez al Prado diventassero il fulcro di una nostra conversazione che tra una cosa e l’altra si protrasse poi per diverse ore. Un ombrello caduto per terra non solo poteva portare il nostro discorso, come a chiunque vien fatto di pensare, su Chamberlain, ma perfino sul presidente Roosevelt, e un qualsiasi passante che vedevamo per la strada con un piccolo pechinese al guinzaglio sulla vita straordinariamente dispendiosa dei maragià indiani, e così di seguito.
gettare fuori dalla finestra le ricchezze dello spirito
È così che la mente di Paul è esplosa, per il semplice fatto che lui non è più riuscito, via via, a gettare fuori dalla finestra (della sua mente) le ricchezze del suo spirito. Per lo stesso motivo è esplosa altresì la mente di Nietzsche.
simultaneously
We will never know world peace, until three people can simultaneously look each other straight in the eyes