GIORNO 6 – CABO DA ROCA, DOVE FINISCE L’EUROPA
Dopo Sintra, è la volta di Cabo da Roca, il punto più occidentale d’Europa, o dove finisce il continente, come troveranno scritto i viaggiatori su di una misteriosa stele, posta in prossimità del famoso capo.
Prima di poter visitare, per quanto brevemente, un luogo, però, bisogna arrivare in tale luogo e, come si dice, la parte più importante della storia è il viaggio e non la destinazione, motto inventato a proprio uso e consumo dall’essere umano, perché altrimenti non avrebbe ragione d’esistere. Il viaggio dei viaggiatori è in questo caso, come in altri, piuttosto interessante, nel senso che si articola e dura certamente più del previsto, ed è così che, per sbaglio, i viaggiatori arriveranno a Cabo da Roca, passando prima per Praia Grande, baia di surfisti e nuotatori molto frequentata visto la bella giornata, e situata 11km più a nord della destinazione dei due viaggiatori. Tutto torna a loro favore, potranno dire di aver visitato, seppur solo con gli occhi, da dentro l’automobile in lenta processione, la famosa Praia Grande e di aver visto qualche surfista in più, dato che finora era una fauna ancora sconosciuta ai viaggiatori in questione. Quando, alla fine di queste tortuose peregrinazioni del narratore fra le parole e dei viaggiatori per le strette strade della scogliera lusitana, questi ultimi giungeranno a Cabo da Roca, si renderanno conto brevemente che il punto più occidentale d’Europa è caratterizzata da un faro, una stele e moltissimo vento. Nonché da frotte di asiatici, ancora una volta né il narratore né i viaggiatori hanno la conoscenza necessaria per definire meglio la provenienza di detti turisti, armati di macchine fotografiche e tablet, dato che ormai è uso comune, per quanto deprecato, almeno dai viaggiatori, fare foto con il comodissimo tablet. I viaggiatori si rendono conto di non essere al passo coi tempi, e il narratore con loro.
A Cabo da Roca, i viaggiatori trovano anche la suddetta misteriosa stele dove, sotto alla famosa iscrizione “FIM DA EUROPA”, si trova la parola ATLETISMO, così che i viaggiatori, specie quello più toccato dallo sport in questione, si trovino a chiedersi se oltre all’Europa a Cabo da Roca non finisca anche l’atletica. Il narratore non crede che negli USA sarebbero d’accordo.
GIORNO 6 – OBIDOS, LA PACE DEI SENSI
Il viaggio verso nord per tornare a Porto prosegue indisturbato e i viaggiatori si trovano verso sera alla propria meta, senza sapere bene cosa aspettarsi. Óbidos è una delle sorprese più gradite che potessero presentarsi ai due viaggiatori desiderosi di pace e riposo, oltre che di un po’ di ristoro. La piccola cittadina fortificata non è solamente splendida e splendidamente conservata, tanto da far sospettare un poco di artificialità ad uso e consumo dei turisti, artificialità mai troppo smaccata e prontamente perdonata ad una città che di turismo sopravvive e splendidamente vive, ma offre anche luoghi per riposarsi e rifocillarsi che sfiorano il sublime. I viaggiatori scopriranno presto la miglior stanza dell’intero viaggio al Casal da Eira Branca e apprezzeranno un’ottima e abbondante cena al vicino O Lidador, entrambe come al solito per prezzi più che accettabili.
Così, dopo una breve passeggiata notturna per la quiete di una cittadina medievale addormentata, i viaggiatori possono tornare alla loro sistemazione, più innamorati che mai di questa terra fantastica e così piacevolmente lontana da tutto e tutti.
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