GIORNO 4 – BATALHA
A Batalha i viaggiatori troveranno una storia, oltre che un enorme e splendido monastero, che regala le proprie meraviglie soprattutto nella propria incompletezza, ma dopotutto anche il monastero fa parte della storia di Batalha, il cui nome deriva appunto da una battaglia. Per la precisione, si tratta della battaglia svoltasi esattamente 630 anni fa nella piana di Aljubarrota fra due Giovanni I: il successore al trono del Portogallo e il re di Castiglia preso da mire espansionistice. La spuntò il primo, nonostante l’inferiorità numerica, concludendo la secolare lotta con i Castigliani e ottenendo dagli stessi il riconoscimento di indipendenza del Portogallo. Questa, forse insperata ma determinante, vittoria portò quindi alla fondazione della piccola cittadina e soprattutto alla costruzione dell’enorme Mosteiro de Santa Maria de Vitória, come adempimento del voto alla Madonna fatto dal vincitore fra i due Giovanni I, prima della battaglia, chiamandola in proprio soccorso. La costruzione del monastero impiegò un secolo e mezzo, 131 anni per la precisione, e attraversò i tempi di sette re, quindici architetti e diversi stili architettonici, dal gotico al sempre presente manuelino.
La visita al monastero è l’unico motivo che ha portato i viaggiatori al piccolo paese, così altro i viaggiatori non fanno, se non entrare e ammirare. L’imponente e variegato edificio merita tutti gli sguardi che gli si possono dedicare, tutti i passi che si possono perdere nei due chiostri dagli stili contrapposti, barocco e decorato sino ai minimi dettagli uno, più severo ed essenziale l’altro, tutti gli euro che sono richiesti per la visita delle cappelle incomplete, ala esterna che si slancia verso l’infinito fra decorazioni e opulenze, fallendo nel proprio tentativo, rimanendo con archi e colonne sospesi nel vuoto ad adornare il cielo azzurro e le rare nuvole che fanno capolino da un tetto che non è mai esistito.
Venendo a discorsi più prosaici, appena introdotti dal nome della moneta europea, i viaggiatori scoprono e scopriranno che in Portogallo visitare monumenti e parchi spesso costa, non molto, ma costa. Scoprono anche però che i controlli, come nella metro e negli altri trasporti pubblici, sono carenti se non assenti del tutto, affidandosi evidentemente alla coscienza del cittadino o del turista. Inutile aggiungere che i viaggiatori temono che questa fiducia non sarebbe facile da riporre nei propri connazionali, nel loro stesso paese.
GIORNO 4 – VERSO LISBONA
Senza più tempo, e voglia, per altre fermate e tappe intermedie, i viaggiatori proseguono verso Lisbona, senza ulteriori intoppi. Immersi in larghe autostrade vuote e nelle circostanti foreste alte e fitte, i due viaggiatori fanno un’altra scoperta, forse non tanto interessante, ma che il narratore si sente di riportare. Le stazioni radio portoghesi, quantomeno quelle recepite dall’autoradio a loro disposizione, non sono molte, anzi sono assai poche, ancora meno quelle che si sentono con costanza e senza troppe interferenze. Il problema fondamentale, però, non sono le poche stazioni, quanto la poca varietà di musica disponibile all’interno di queste due o tre radio, le quali paiono trasmettere sempre e ininterrottamente gli stessi brani, una specie di compilation di una ventina di hit commerciali dell’ultimo decennio, che inesorabilmente vanno a ripetersi più e più volte in viaggi di qualche ora come quello dei viaggiatori in questione. Tant’è che, e forse da questo punto di vista è una fortuna, i viaggiatori si trovano costretti a volte a spegnere l’autoradio e ascoltarsi fra loro, o semplicemente godere del silenzio delle larghe strade vuote e degli alti alberi muti.
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